Le imprese con dipendenti aderenti all’EBAP si rinnovano e guardano al futuro

In data 29 ottobre 2025 si è svolto presso l’Hotel Majestic in Corso Vittorio Emanuele II, 54 – Torino un evento nel quale è stata presentata la ricerca Scenari Artigiani 2025, realizzata da EBAP e dal Centro Luigi Bobbio dell’Università di Torino.

L’indagine coordinata dal professor Francesco Ramella evidenzia un mondo che cambia senza clamore, ma in profondità. Emerge un quadro delle imprese in trasformazione: più giovani, più digitali e più consapevoli del proprio ruolo economico e sociale.

Dietro la stabilità apparente di un comparto tradizionale si muovono dinamiche di rinnovamento diffuse. Quasi un quarto delle imprese è nato nell’ultimo decennio e il 41% dopo la crisi del 2008. Le nuove realtà mostrano titolari più istruiti, una presenza femminile crescente e un approccio meno familiare e più imprenditoriale. L’età media dei titolari resta elevata (53 anni), ma il ricambio generazionale è in corso, accompagnato da un’apertura culturale verso la formazione, l’innovazione e la qualità.

Il cambiamento è visibile anche nelle scelte strategiche. Oltre la metà delle imprese ha effettuato investimenti nell’ultimo anno, in particolare in macchinari (31%) e tecnologie digitali (16%). La propensione all’innovazione è ormai estesa: più di un’impresa su due ha introdotto novità di prodotto, processo o organizzazione. Il 72% raggiunge un livello di digitalizzazione almeno di base e il 21% avanzato, con progressi significativi rispetto a tre anni fa. Le imprese che hanno beneficiato di sostegni pubblici o privati mostrano una crescita digitale quasi doppia rispetto alla media, segno dell’importanza di politiche di accompagnamento mirate.

Le aspettative per il 2026 sono moderatamente positive: il 43% prevede nuovi investimenti e un terzo nuove innovazioni. L’ottimismo è più diffuso tra i giovani titolari e nei comparti meccanico e alimentare, che si confermano tra i più dinamici. Anche sul piano occupazionale prevale la stabilità, con segnali di crescita nelle imprese più aperte ai mercati e alla tecnologia.

Ma la novità forse più interessante riguarda la cultura d’impresa. Accanto alla ricerca del profitto (49%), la quasi totalità delle imprese riconosce finalità sociali e occupazionali: il 90% vede nella creazione di lavoro stabile e qualificato una propria missione e oltre un terzo sottolinea l’impatto positivo sul territorio, dall’inclusione alla sostenibilità ambientale.

Il quadro complessivo mostra una realtà di imprese artigiane in equilibrio tra radici e futuro: un settore che conserva la propria identità ma la declina in chiave moderna, valorizzando competenze, relazioni e qualità. Un sistema che non si limita a resistere, ma che sta ridefinendo sé stesso come laboratorio di sviluppo locale e sostenibilità.

(EBAP – Ente Bilaterale dell’Artigianato Piemontese e Centro Luigi Bobbio per la ricerca sociale pubblica e applicata – Università di Torino)